- lunghezza: poco più di 6km
- difficoltà: facile (no passeggini almeno per la maggior parte del percorso)
- stagioni: primavera, autunno e inverno
La passeggiata che mi appresto a raccontare non è – eccezionalmente – una scoperta ma un sentiero già percorso un paio di volte con i miei ragazzi.
Solitamente preferisco scoprire posti nuovi e difficilmente torno più volte su sentieri già percorsi, ma stavolta ri – scelgo Occimiano perchè il meteo, dopo giorni di pioggia, è ancora incerto: le ore di asciutto – e di luce – a disposizione sono troppo poche per pensare di andare più lontano o passeggiare su distanze maggiori.
Ho comunque il piacere di una compagnia insolita e speciale – grazie Lorenzo della pazienza e grazie Serena! – che mi farà rivedere tutto come fosse la prima volta.
Arrivare ad Occimiano da Alessandria è facile e veloce, 20 – 25 minuti di auto e poco prima di lasciare il centro abitato si svolta a sinistra e si posteggia in via Castello Cavalla.
L’inizio del sentiero è ben segnalato:

Fatti i primi passi, l’attenzione di Lorenzo è prontamente catturata da un’istallazione in ferro che svela la sorpresa che avevo in serbo per i miei compagni di viaggio! Lungo tutto il cammino saremo infatti guidati dal racconto a tappe di quella che è solo una tra le diverse leggende sull’origine del Monferrato, quella che narra del valoroso Aleramo, della sua storia d’amore con la bella Alasia e di come il nome Monferrato deriverebbe dall’avere Aleramo “ferrato con un mattone” il cavallo a dorso del quale avrebbe in tre giorni ricoperto, e quindi guadagnato, il territorio dell’odierno Monferrato appunto.

Nonostante la giornata grigia la nostra passeggiata ci regala subito immagini da cartolina

Una lunga dolce salita ci conduce a Cascina Zino, dove leggiamo il secondo capitolo del racconto:



Lasciataci alle spalle Cascina Zino, ci troviamo a un bivio:

La segnaletica è chiara: si svolta a destra per proseguire strada e racconto, in parte su asfalto toccando Cascina Saiona, scendendo quindi fino al corso del rio Rotaldo e tenendo infine verso sinistra per chiudere il primo dei due anelli di cui è formato questo percorso, tornando al bivio.
Da qui , sempre accompagnati dal racconto,

risaliamo sulla collina da cui si gode anche la vista del “mare a quadretti” e chiudiamo anche il secondo anello tornando al punto di partenza

