difficoltà: facile (no passeggini)
lunghezza: 4,4 km (1h e 45 min)
stagioni: tutte
Il Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo si trova ancora in provincia di Alessandria ma al confine tra Piemonte e Liguria.
E’ percorso da numerosi sentieri di difficoltà diverse, tra cui quelli – impegnativi – che portano al monte Tobbio, ma anche questo anello che adesso vi racconto e che è invece davvero alla portata di tutti.
- Per la gita di oggi, con partenza da Alessandria, bisogna dirigersi a Voltaggio e poi, attraversato il paese verso la fonte sulfurea, seguire le indicazioni per il Santuario dei Martiri della Benedicta: saranno 13 km di stretti tornanti.
In alternativa, sempre da Alessandria ci si può dirigere verso Gavi prima e Bosio poi, e anche qui seguire le indicazioni: la strada è forse un po’ più lunga ma più ampia, per chi non ama – o soffre- curve troppo strette.
La strada che sale da Bosio si ricongiunge comunque con quella che sale da Voltaggio, si scavalca quindi in entrambi i casi il rio Gorzente, si entra “ufficialmente” nel Parco e, superati un paio di ampi parcheggi sulla sinistra si giunge al Santuario della Benedicta dove si può posteggiare l’auto.
- Il Santuario dei Martiri della Benedicta… Ecco, prima di mettervi in cammino soffermatevi in questi luoghi per il tempo che meritano…
Qui, in questi boschi, nelle cascine che vi sorgevano, cercarono rifugio nella primavera del 1944 centinaia di giovani partigiani: scoperti e catturati dai soldati nazisti in 147 saranno fucilati sul posto il 7 aprile 1944 e per tutto il giorno e la notte successivi. Altrettanti saranno massacrati in un secondo momento al Passo del Turchino, altri ancora avviati ai campi di concentramento dai quali solo qualcuno riuscirà a tornare.
Gettati in una fossa comune, i Martiri della Benedicta verranno successivamente ricomposti da mani pietose e a loro verrà data degna sepoltura, ma qui – a memoria di quel massacro – sono state poste delle lapidi con i loro nomi



- Veniamo al sentiero di questa mattina, l’anello Sentiero della Pace.
L’ inizio del sentiero è proprio di fronte all’area verde dedicata al ricordo del massacro

Subito in cima alle scale, sulla sinistra, scopriamo una neviera, o quel che ne resta, affiancata da un cartello che ne racconta la funzione di conservazione dei blocchi di ghiaccio destinati poi al commercio.
Ci addentriamo nel bosco: il sentiero è in leggera salita, tra querce e castagni. L’atmosfera è fiabesca, farfalle ovunque, pace, e un regalo inaspettato: una mamma cerbiatto con il suo piccolo che ci passano proprio davanti salendo leggerissimi su per la montagna… Meravigliosi!

Lungo questo tratto incontriamo i primi due cartelli di una serie che racconta del tempo in cui questo stesso sentiero su cui stiamo camminando veniva utilizzato per il trasporto delle merci tra Piemonte e Liguria.
Il secondo cartello, in particolare, si trova in prossimità di una casa privata e indica la deviazione da seguire per non perdere il sentiero. Da qui, la traccia si fa più stretta e costeggia per qualche centinaio di metri, purtroppo, la strada Provinciale.
Quando la traccia finisce e siamo costretti ad attraversare la strada, la risaliamo verso sinistra, ovvero verso Cascina Foi, ristorante e B&B, e così vediamo di fronte a noi il terzo cartello. Quindi riattraversiamo la strada: sulla destra è indicata un’area pic nic, altrimenti il sentiero prosegue dritto.
Lo scenario è molto diverso da quello in cui siamo stati immersi fino ad ora. Non più un sentiero nel bosco ma una larga strada sterrata tra due file di pini, e una bella vista sugli Appennini.
La strada è in discesa, e dopo qualche tornante siamo di nuovo nel bosco: si sente scorrere un ruscello, e poco dopo si arriva al Mulino Nuovo, non più funzionante ma ben conservato. Volendo, si può approfittare di tavolo e panche per una sosta:

La nostra passeggiata prosegue, finchè non incontriamo sulla nostra destra un altro angolo pic nic del quale stavolta approfittiamo. E facciamo bene, perchè quando riprenderemo il cammino scopriremo di essere praticamente arrivati alla fine del nostro anello, con un ultimo cartello e l’ “uscita” proprio accanto alla scaletta di accesso da cui eravamo partiti più o meno due ora prima.