Pomeriggio di Pasqua alla Grotta dei Dossi:
- Durata: 1 ora
- Difficoltà: facile, naturalmente solo a piedi e con scarpe adatte ad una superficie liscia e scivolosa
- Stagioni: tutte, la temperatura in grotta è costantemente sui 9°
Tante sono le grotte aperte al pubblico nella territorio cuneese, e tra queste la grotta dei Dossi non è probabilmente la più conosciuta o visitata.
Perché ho scelto questa, allora, e non per esempio la più famosa grotta di Fabrosa Soprana? Per due motivi, probabilmente.
Non amo gli spazi chiusi… diciamo così: ho visitato le grotte di Toirano e ne sono uscita sana e salva, ho visitato la miniera di Prali e l’ho “retta” benissimo, ma scendere in profondità, passare attraverso stretti cunicoli, trovarmi quasi al buio sapendo che davanti a me per raggiungere l’uscita c’è altrettanta strada che per tornare all’ingresso, mi mette ansia.
E da quel che avevo letto in giro la Grotta di Villanova era meno impegnativa da questo punto di vista, quindi primo elemento a suo favore.
Oltre a questo, mi aveva incuriosito la definizione che la accompagna, cioè di “grotta più colorata d’Italia”, e così, dietro l’alibi che con due bambini un po’ piccoli fosse meglio scegliere qualcosa di non troppo impegnativo, alle cinque del pomeriggio ci siamo ritrovati, caschetti in testa, affidati alle attenzioni di Romina, la nostra preparata, giovane, sorridente guida.
La Grotta dei Dossi, che deve il suo nome al fatto di trovarsi in località Dossi di Villanova Mondovì, si sviluppa per 910 mt ma con un dislivello di appena 21, è di origine carsica e deve il suo soprannome alla presenza di minerali numerosi e diversi – zinco, ferro, rame, nichel, piombo, manganese – che regalano alle pareti delle sale sfumature di verde, blu, giallo, rosso, bianco.
Scoperta nel 1797, secondo la leggenda da un cacciatore all’inseguimento di una volpe, è stata inaugurata nel 1893 e, nel corso dei secoli, sempre nuovi cunicoli sono stati liberati, portando alla luce nuove sale, ognuna con un nome il cui significato si scopre osservando con occhi attenti, mente disposta a volare di fantasia, e guida appassionata. Mi vengono in mente la sala dei Presepi, la mia preferita, la sala dei pipistrelli, la sala degli arazzi solo per menzionare quelle che più mi hanno catturato.
La Grotta, sapientemente illuminata (per prima in Italia), è stata negli anni oggetto di visita da parte di tanti curiosi che hanno lasciato (sacrilegio! Al tempo si poteva, oggi guai a sfiorare alcunché) le proprie firme su di una parete utilizzata come “registro dei visitatori” ed è stata persino ricovero dei partigiani durante gli anni bui dell’occupazione nazifascista del nord Italia.
Andate a vederla, vale veramente la pena, sarà per grandi e bambini un’esperienza istruttiva e affascinante!

Terminata la visita e restituiti i caschetti ripercorriamo il sentiero per il parcheggio e ci avviamo, finalmente, al nostro albergo a riposare e fare una doccia prima di cena.
Dormiremo a Villanova stessa, all’Hotel della Ceramica nel quale ci siamo trovati veramente veramente bene e che mi sento senz’altro di consigliare ((continua nella pagina successiva, raggiungibile cliccando sul numero 3 qui sotto).