Scoprendo nuove città

Due giorni a Mondovì (CN)

Per Pasqua quest’anno ci siamo regalati un weekend nel Monregalese, territorio che desideravo visitare da un po’ ma troppo interessante per una gita in giornata.

Abbiamo così trascorso la domenica mattina di Pasqua a Mondovì, spostandoci nel pomeriggio a Villanova Mondovì a visitare la Grotta dei Dossi e dedicando la mattina del Lunedì alla visita guidata del Santuario di Vicoforte.

Eccovi il racconto:

Mattina di Pasqua a Mondovì:

Lasciata la macchina nell’ampio e gratuito parcheggio di piazza della Repubblica, spalle al parcheggio la città si mostra tutta al nostro sguardo: il quartiere Breo subito di fronte, giusto oltre il torrente Ellero e la Fontana dei bambini, e – alzando appena gli occhi – il quartiere Piazza, sulla collina. Ci mettiamo in cammino…

Pochi passi e ci troviamo già dentro l’atmosfera del delizioso quartiere Breo, silenzioso in questa mattina di festa, ritrovandoci in piazza Santi Pietro e Paolo dai bei palazzi dalle facciate decorate da meridiane e busti in marmo.

Protagonista della piazza è la chiesa omonima, dalla barocca facciata, sormontata da un automa di Moro che batte le ore sotto un baldacchino di metallo e completata da una scalinata monumentale in marmo.

Di fronte alla chiesa, al centro della piazza, la curiosa e un po’ grottesca statua della Fontana del delfino.

Seguendo la segnaletica ci incamminiamo verso la stazione della Funicolare per raggiungere, a 559 mt sulla collina, il rione Piazza, nucleo originario della città.

Sapevo che ai ragazzi la corsa in funicolare sarebbe piaciuta, come peraltro è piaciuta anche a me! Un salita di poco più di un minuto, fluida e silenziosa, che regala grazie alla cabina in plexiglas una bellissima vista panoramica e ci “scodella” direttamente su Piazza Maggiore, cuore del rione Piazza.

Lo dico subito: piazza Maggiore mi ha stupito e l’ho trovata molto molto bella. Non immaginavo fosse così ampia ed elegante, su due livelli collegati da una scalinata e abbracciata da edifici tra i più belli della città: la chiesa di San Francesco Saverio, di cui racconterò a breve, l’ex Tribunale, il Museo della ceramica, il palazzo del Governatore, per citarne alcuni.

Non riesce difficile immaginare che un tempo fosse il cuore politico e amministrativo della città.

Fatto un giro con il naso all’insù, svelo ai ragazzi la nostra prima meta. Sono infatti curiosa di visitare insieme a loro il Museo della Stampa, nato per celebrare il legame storico della città con – appunto – la stampa, dal momento che fu proprio a Mondovì che, nel 1472, venne pubblicato il primo libro stampato in Piemonte con caratteri mobili.

Il museo si trova al pian terreno del Polo Culturale delle Orfane: lo raggiungiamo in dieci minuti, noleggiamo in biglietteria un tablet per arricchire la nostra visita dei contenuti multimediali e iniziamo. Passando di sala in sala abbiamo modo di restare a bocca aperta davanti a quella che, leggo, è la più completa raccolta pubblica di macchine per la stampa esistente in Italia: torchi, linotype, pianocilindriche e collezioni di caratteri mobili ci affascinano, catapultandoci in un mondo difficile da immaginare già per chi, come me, ha comunque vissuto l’epoca della macchina da scrivere, figuriamoci per i ragazzini nati nell’epoca del digitale.

Devo essere sincera però: dalla descrizione del museo studiata prima di partire avevo capito che il museo fosse “interattivo”, che i bambini potessero “sporcarsi le mani”, insomma immaginavo che avrebbero potuto comprendere il funzionamento della macchine facendole funzionare o quantomeno vedendole in movimento.

Invece niente di tutto questo e i video caricati sul tablet in corrispondenza di ciascuna macchina sono così brevi e senza alcuna voce guida che non forniscono molte informazioni e spiegazioni in più. Probabilmente l’equivoco è nato dal fatto che vengono effettivamente occasionalmente organizzati dei laboratori e delle visite guidate, senza le quali – oggettivamente – il Museo lascia al pubblico molto meno di quelle che sono le sue reali potenzialità.

Insomma, volendo essere onesti, andiamo via un po’ delusi.

Usciti dal Museo, lo stomaco ci ricorda che nel frattempo si è fatta ora di pranzo: nello zaino abbiamo i panini e così torniamo verso la piazza, la percorriamo in tutta la sua lunghezza e ci dirigiamo al Parco del Belvedere per un po’ di verde e qualche panchina su cui pranzare, immaginiamo noi.

La realtà è però molto più generosa rispetto alle nostre aspettative! La salita verso il Parco ci svela la presenza del Duomo, innanzitutto, che se ne sta in posizione defilata quasi a voler sorprendere il viandante.

Appena svoltata la curva, ecco poi l’ingresso del giardino.

Siamo nel punto più alto della città! Il nostro sguardo viene immediatamente catalizzato da una maestosa Torre, la Torre del Belvedere appunto, simbolo di Mondovì, 29 mt di altezza dalla cui sommità (è infatti visitabile a pagamento), si gode di una visuale che spazia dalle vette delle Alpi alle curve morbide delle Langhe.

Curiosità? La Torre è stata ed è campanile ed orologio insieme, orologio ad una (!) lancetta per ogni lato della torre che muovono grazie ad un meccanismo unico, visibile se la si visita internamente.

Nel giardino, dove troviamo quel che cercavamo, ovvero panchine, un po’ di verde, e anche qualche giochino, è realizzato pure un Parco del Tempo arricchito da meridiane e, valore aggiunto del nostro pranzo, godiamo intanto – dal Belvedere – di un panorama spettacolare nonostante un antipatico velo di foschia.

Riempita la pancia e rifatta la vista, è il momento di svelare ai miei giovani compagni di viaggio la seconda mèta di questa giornata. Torniamo perciò sulla piazza Maggiore, alla chiesa barocca di San Francesco Saverio (o della Missione) dove – fatto il biglietto del percorso Infinitum – inforchiamo degli occhialoni 3d e partiamo alla scoperta degli affreschi del pittore Andrea Pozzo.

Sarà Andrea Pozzo stesso a condurci per mano, grazie alla realtà virtuale, per illustrarci la sua tecnica pittorica chiamata “anamorfosi”, magistralmente applicata soprattutto alla (falsa) cupola affrescata, che inganna lo sguardo con un effetto di profondità del tutto illusorio.

Consiglio veramente tanto di fare questa esperienza, non solo perchè, naturalmente, istruttiva in sè ma, ancor piu’ e soprattutto, perchè aiuta i più piccoli a percepire e approcciarsi all’arte senza associarla necessariamente a qualcosa di noioso che la mamma li trascina a vedere. Insomma, questo il mio pensiero, un bel regalo per il loro futuro di giovani adulti.

Basta, a questo punto siamo stanchi, siamo sazi di una lunga mattina intensamente vissuta e “camminata”, il biglietto della funicolare sta per scadere e allora prendiamo la via del ritorno e ridiscendiamo a Breo a recuperare la macchina. Direzione: Villanova Mondovì (continua nella pagina successiva, raggiungibile cliccando sul numero 2 qui sotto).

Taggato , , ,

Informazioni su Margherita Nicosia

Sono curiosa e non amo star ferma, così tutte le volte che è possibile dico ai miei ragazzi .. "domani sveglia presto", preparo zaini e panini e andiamo alla ricerca di posti nuovi, vicini o lontani, da "far fatica" o per mostre e monumenti, dipende solo dalla stagione e dal desiderio del momento. La nostra base è ad Alessandria, quindi troverete soprattutto gite in Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia, tutte "testate" sulle gambe e sulla pazienza dei miei figli, a partire dal più piccolo di 5 anni: da oggi le condivido con il pensiero che possano essere di ispirazione quando anche a voi venisse voglia di... zaino e panini ;)
Vedi tutti gli articoli di Margherita Nicosia →

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *